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mercoledì 21 marzo 2012

LA MIA STORIA...

Beh... Ultimamente sono stato molto occupato con lo studio di nuovi progetti, nuove idee. Sto pianificando un viaggio d'un mese in Canada, delle lezioni di scrittura (ebbene sì, forse mi faranno fare l'insegnante, pensate un po' gli sfortunati allievi!), e ho ripreso a scrivere una cosa che avevo abbandonato mesi fa, perciò ho trascurato un po' il blog, ma allo stesso tempo questa piccola 'pausa' mi ha consentito di trovare un po' di tempo per pensare a come imbrattare questo post, e mi son detto: “Ma sì... Facciamolo un po' diverso dal solito.”

Come accade alle volte a chi scrive, mi sono impantanato con l'andare avanti del quinto libro della saga di Nike... Succede, è normale, ma dopo giorni di vuoto completo mi sono riavvicinato a un altro progetto che avevo lasciato perdere mesi fa, sia per un fatto d'allenamento (per non smettere di scrivere giornalmente), sia perchè odio lasciare le cose a metà.

Ora... Nulla di preoccupante, ovvio, non ho certo intenzione di lasciare il quinto libro incompiuto per mesi: Ho solo bisogno di trovare la soluzione ottimale per un dato evento, e sono sicuro che la soluzione perfetta mi arriverà, come sempre capita, in doccia, o mentre fischietto in macchina, o mentre faccio la spesa, e allora in pochi giorni risolverò tutto, anche perchè il quinto libro è a pochi capitoli dall'essere terminato (la prima stesura, ovvio, poi c'è da correggere, rileggere, ecc.). 
Sono questi momenti che mi fanno tanto amare lo scrivere, perchè mi fanno spesso ripensare al “perchè” lo faccio, e siccome, a volte gli scrittori se lo dimenticano e dato che in questo blog ho solo e sempre parlato di scrittura & affini, vorrei spendere un post per poter spiegare un po' me stesso, e cogliere l'occasione per sederci e fare due chiacchiere (No, non sto indossando la maschera di Guy Fawkes), e soprattutto raccontarvi una storia.
 
C'era una volta... No, non c'era una volta.

Sono sempre stato bravino in Italiano, e a i temi prendevo i voti più alti della classe, anche se spesso la maestra\professoressa mi perdonava gli svarioni che ero solito fare: “Troppa fantasia” diceva, “Devi restare in tema.”.
È per questa mia “bravura” che alle superiori ho scelto Elettronica, e all'università Informatica...
Sì, lo so, demenza senile giovanile. Ma non è il mio percorso di studi che ha cambiato tutto.

Se chiudo gli occhi rivedo gli eventi che mi hanno fatto avvicinare al mondo dei libri e del Fantasy, e li posso mettere in ordine cronologico. So che capirete ben poco, che sembreranno eventi privi d'ogni logica e significato per voi, ma per me sono stati importanti, e sono quelli che mi sono rimasti più impressi, quindi cercate di immedesimarvi, se potete. Ve li dividerò anche in piccoli capitoli, a mo di romanzo.

L'arco di tempo di questi eventi risale ai miei undici anni, fino ai diciassette, prima dei quali ero solo un ragazzo\bambino vivace e casinista.

martedì 6 marzo 2012

MORTE ALL'EDITORIA A PAGAMENTO!

Un titolo che è tutto un programma per questo nuovo post, del tutto scritto, come si suol dire: “Di pancia”. Eh sì, un post che voglio dedicare a una cara amica, alla quale è successa una cosa molto spiacevole (al livello di scrittura, ovvio), la cui vicenda non verrà esposta qui nei dettagli, anche se l'argomento di cui voglio parlare, più o meno, cercherà di toccarla, almeno in parte. 
 
Per essere più semplice e conciso possibile dividerò il post in due parti:
  • Internet & Copyright + Un semplice consiglio per evitare plagi.
  • Il Malefico\schifoso\purulento\umiliante\degradante\retrogrado\deprimente\(aggiungete altri epiteti voi) mondo\cancro dell'Editoria a Pagamento.

Avrete capito da soli che il mio “scrivere di pancia” di quest'oggi deriva da un atavico e viscerale odio, per ciò ch'io (come molti, tanti altri, per fortuna) considero il male peggiore da estirpare, con alte e nere fiamme demoniache, di questo strano paese che è l'ItaGlia. Da scrittore Fantasy, ovviamente, amo le metafore Fantasy.

Voglio cominciare con una frase che mi ha molto colpito, una frase che reputo tra le migliori mai dette da uno scrittore, perchè non finirò mai di ripetermelo, come un mantra, un dogma, un qualcosa di sacro:

"Scrivere è un lavoro, e lo si deve fare bene!"

Questo lo diceva Josè Saramago, grande maestro di quest'arte... 
 
Ma io voglio indossare il famoso “mantello della superbia” e prendere questa frase per trasformarla in qualcosa di diverso e funzionale al post che sto scrivendo, nella speranza che Josè non cominci a far capriole nella tomba, ma spero mi perdonerà:

"Scrivere è un lavoro e, se lo si sa fare bene, si può meritare d'essere pubblicati, altrimenti no!"

Perchè no? Chi sei tu per giudicare!?” Sento già le voci...
Perchè se tutti gli aspiranti scrittori utilizzassero questo criterio, non esisterebbero gli Editori a Pagamento, i quali hanno approfittato (caso strano solo in ItaGlia) di un fenomeno volgarmente detto Vanity Press, per fare tanti soldi sulla pelle di innocenti (davvero innocenti?) esordienti scrittori, che farebbero di tutto per avere il proprio nome su una copertina stampata in carta opaca.